giovedì 30 aprile 2020

#Decameron 2.0 // Caro diario...

20/3/2020

Caro diario,
questi giorni sono duri, forse anche per te, che vieni tatuato sempre più frequentemente.
Come ben sai speravo in una pausa simile per dedicarmi a me stessa, perdermi coi miei pensieri tra le righe dei libri più assurdi e trovare il tempo per immergermi nel latino e studiare più a fondo le sue regole.

Beh, ora ci sono cascata dentro a questa situazione, come poi tutt’Italia! I primi giorni li ho passati come più desideravo imparando anche a cucinare sfiziosissime ricette. Avevo ritrovato mia sorella, perché tutti quei muri fatti di ansia e stress che ci mettevano in conflitto erano scomparsi tra di noi. Questo mare di possibilità, l’avevo sfruttato a pieno, ero inoltre orgogliosa di me stessa e mi sentivo viva in quell’atmosfera di morte.

Mi duole ammettere però che dopo i primi tempi le ore iniziavano ad allungarsi, persino gli spazi, i ricordi, le malinconie, la solitudine e la nostalgia stavano via via dilatandosi fino a quando mi sono ritrovata ad essere come un insignificante puntino al cospetto dell’intero universo.


Perdere i rapporti coi miei amici, smettere di incontrare nuove persone e cessare lo stress stava pian piano rafforzando uno dei nemici più grandi della psicologia umana: la noia. Quel paradisiaco stile di vita si era ormai ridotto ad una banale routine e io mi stavo lentamente avvicinando al manicomio. Con questa infinita noia che aleggiava in casa al minimo rumore, al minimo capriccio mi alteravo, ogni tanto sfiorando la follia.


Possibilità, opportunità, speranze, sogni! Sono cose meravigliose, tuttavia solo se rimangono tali o non vengono totalmente esplorate, per il semplice motivo che la loro bellezza risiede nel loro incanto misterioso.
Ah, quant’è triste essere infelici senza nessuna spalla su cui piangere!
‘’Adesso lo sappiamo quanto è triste stare lontani un metro’’ (Mariangela Gualtieri)
Se fosse solo quel metro che ci divide, non sarebbe così male credo, stringersi la mano per capire l'altro, non sarebbe comunque possibile, ma è ancor più triste non potersi vedere di persona, non potersi sentire, se non tramite un rozzo dispositivo elettronico, non potersi stressare per le solite sciocchezze.


Tuttavia c’è molto di più che ci separa: social media, mezzi di comunicazione, strumenti di intrattenimento. Questo è il vero buco nero che ci inghiotte e ci separa. Illudendoci di un’inesistente vicinanza non fa altro che allontanarci ancor di più, ci fa chiudere in noi stessi e ci trasforma in un esercito di armi e scudi senza soldati, che si feriscono e si proteggono perdendo la loro originalità e personalità. Dopo che la stessa faccina verrà usata da una, due, cento, mille persone, non sarà forse come l’aria che respiriamo?

Siamo destinati e respirare emoji, bere post e mangiare stories solo per ingannarci di una lontanissima vicinanza. In questo momento di tensione il metro che ci separa è insopportabilmente troppo, ma la finta possibilità di essere vicini lo è ancor di più. Uno schermo non si può sostituire agli amici, in particolar modo a quelli più cari, quelli che di più vorremmo abbracciare.

‘’Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo.’’

(Mariangela Gualtieri)

Credo che la poetessa intenda proprio sottolineare l’importanza del contatto fisico tra le persone, che per ragioni di sicurezza, oggi non è consentito avere. Non siamo pertanto insieme, ma divisi da un ingombrante vuoto.
Ciascuno si schiera con valore e affronta sacrifici, cerca di sconfiggere la noia, tuttavia siamo soli nel combattere insieme questa guerra.

Al prossimo tatuaggio ;-)

G.P., 3^A

domenica 26 aprile 2020

#Decameron2.0 // 2055: COME VEDO IL PASSATO

Eravamo spaventati, restavamo chiusi in casa per paura, non eravamo più noi: calorosi.

Morte 1000, 1200 persone; si sapeva chi fosse il killer ma non si sapeva da dove fosse partito e perché fosse così spietato.

Noi umani, dovendo rimanere in casa, ci inventavamo ogni cosa: c’era chi ballava, chi suonava per far sì che non ci annoiassimo e per allietare le nostre serate. Tutti facevamo cartelloni come questo:



Una cosa bella della nostra solidarietà. I medici hanno scoperto il nome del killer: covid-19 o coronavirus. Iniziarono a combatterlo e alla fine lo sconfissero. 


A.S., 1^B

mercoledì 22 aprile 2020

Earth Day


Un poco ci riguarda
il movimento della luna.
Il nostro corpo è d’acqua,
di nuvole fra poco.

                                (Franco Arminio, Cedi la strada agli alberi, ed. Chiarelettere)

Oggi, 22 aprile, si celebra il cinquantesimo anniversario dell’”Earth day”, la Giornata Mondiale della Terra: si tratta di un’occasione per riflettere sull’importanza di salvaguardare il nostro pianeta, giorno dopo giorno, con piccoli, semplici gesti quotidiani.
I ragazzi di 1^B hanno lavorato in scienze al progetto “Un pianeta da proteggere”, realizzando volantini, slogan e video sull’argomento.
Ve ne mostriamo alcuni.

Buona visione!



B.F.




C.C.

Il progetto è stato curato dalla prof.ssa Stanzani