domenica 19 aprile 2020

Decameron 2.0 / Invictus

Dear students,

qualche giorno fa stavo preparando le video lezioni per voi quando ho notato una "coincidenza" particolare.
Prima dello stop, con i ragazzi di terza stavamo per iniziare il modulo sul Sudafrica e dovevamo vedere insieme il film "Invictus"... ora, però, mi trovo costretta a spiegare tutto in diretta Meet dal mio salotto di casa, dove mi trovo "reclusa".
Note positive? Forse c'è qualcosa che mi permetterà di agganciare questo argomento all’esperienza che state facendo.
Nelson Mandela ha trascorso 18 dei suoi 27 anni di reclusione in uno stanzino di 4 metri quadrati, con un secchio come toilette; gli era concessa una visita di 30 minuti ogni anno e una lettera ogni 6 mesi.
Questo non gli ha impedito di tenere viva la speranza e di battersi per avere il permesso di continuare a studiare. Nella sua biografia, "Long Walk to Freedom" scrive: "At night, our cell block seemed more like a study hall than a prison".
Inoltre, ha continuato a leggere e a recitare poesie. La sua preferita è quella che trovate qui sotto.
Morgan Freeman, che interpreta Mandela nel film del 2009, in una intervista ha dichiarato: 
That poem was his favourite… When he lost courage, when he felt like just giving up — just lie down and not get up again — he would recite it. And it would give him what he needed to keep going.”
“Keep going”.
Mandela è "andato avanti"... fino a diventare, uscito dal carcere, il primo presidente nero della nazione.
Questo per ricordare, a voi e anche a me, che non ci sono sfide insormontabili e che non importa "quanto stretto sia il passaggio" (e in questi giorni forse la situazione ci sta "stretta" davvero). Chi è "padrone" del proprio destino vince. Comunque. Bisogna però continuare a "coltivare" la nostra anima.
Vi lascio con le parole della traduzione italiana di "Invictus", un poema di W.E. Henley, scritto nel 1875.
"Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo che va da un polo all'altro,
Ringrazio gli dei qualunque essi siano
Per la mia indomabile anima.
Nella stretta morsa delle avversità
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe solo l'orrore delle ombre.
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretta sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima."

Prof. Pancaldi




Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.